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Ospedali Valdesi, storia.

 

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L’ idea di fondare un Ospedale gestito dai valdesi per i valdesi delle valli fu della sig. ra  Carlotta Peyrot , moglie del Pastore Pietro Geymet  (Moderatore della Chiesa e Rettore della Scuola Latina di Torre) che già nel 1821 scriveva una lettera al pastore ginevrino Giovanni Céllérier amico e sostenitore dei valdesi nella quale esprimeva all’amico come quest’idea che covava da più di un anno fosse diventata una ragione di vita sia per lei che per suo marito.

L’ esigenza di poter disporre di un Ospedale si fa urgenza con il ritorno dei Savoia in Piemonte che  cancellarono i principi di libertà ed uguaglianza promossi dalla rivoluzione francese ripristinando tutti gli editti restrittivi ed intolleranti promulgati contro di loro prima del 1789 e ghettizzando, nuovamente, il popolo Valdese nelle valli alpine che offrivano loro limitate possibilità di sopravvivenza e solo in cambio di un durissimo lavoro.

Le condizioni di salute risultano essere quanto mai precarie ed insieme alla difficoltà di accedere, a causa della loro fede religiosa, ad ospedali provinciali senza subire angherie, discriminazioni di trattamento od essere costretti ad abiurare per poter essere curati sono i motivi prioritari che determinano in Carlotta Peyrot ed in suo marito a sposare la causa di costruire un ospedale che potesse accogliere gratuitamente i degenti più poveri, assicurando loro un minimo di assistenza, in un ambiente accogliente e protetto.

Fu così che dopo aver ottenuto il consenso della Tavola nell’ ottobre del 1821, quindi anche il suo appoggio, non restava che ottenere i permessi necessari da parte delle autorità civili le quali li concessero solo tre anni dopo in quanto negativamente influenzate da pressioni clericali.

Va sottolineato il carattere di “TOLLERANZA” e non di protezione della concessione del Re a concedere che nascesse un ospedale per i Valdesi sul suo territorio.

Ora non restava che trovare un locale adatto, pensare come gestire la struttura e trovare i fondi per far decollare il progetto.

Poiché fu impossibile trovare una locazione che fosse a “cavallo” fra le due valli ed avendo l’ occasione di comprare una casa non lontana da Torre Pellice munita di 12 stanze, di terreno circostante e di una sorgente si decise che l’ Ospedale sarebbe sorto lì.

Nel 1823 il Moderatore Pietro Bert propose al Sinodo di approvare un regolamento che prevedesse la nomina di una commissione direttiva che comprendesse anche rappresentanti delle Valli di Perosa, San Martino, Prarostino e Roccapiatta ciò a dimostrare che l’ opera sarebbe stata di tutti e per tutti i Valdesi.

Rimaneva da raccogliere i fondi non solo per l’ acquisto e ristrutturazione della proprietà ma anche per la costituzione di un fondo, che permettesse di coprire le spese di gestione dell’ ospedale. ( spese di funzionamento e accoglienza gratuita dei più poveri).

Fu lanciata una vasta campagna per la raccolta di fondi in tutta Europa e la risposta degli stati protestanti fu di vera solidarietà e fraternità evangelica e permise nel 1826 l’ inaugurazione dell’OSPEDALE; il sogno di Carlotta Peyrot e di Pietro Geymet si era avverato.

Inizialmente l’organico era piuttosto ridotto ed era costituito da un ex medico dell’esercito napoleonico (Tommaso Coucourde) da un infermiera generica e da un custode-manutentore al quale fu anche dato l’ incarico di amministratore- economo. Il chirurgo Giovanni Malanot interveniva su chiamata.

La scarsa formazione professionale e lo scarso organico non faceva dell’ ospedale un esempio da seguire. Fu il grande “amico “ dei valdesi il Colonnello John Beckwith che circa venti anni dopo spinse affinchè ci si avvalesse di personale professionalmente preparato e motivato. Con il benestare della Tavola nel 1845 la direzione interna dell’ Ospedale fu affidata alla diaconessa svizzera Hanriette Helm che portò ( superando non pochi ostacoli) il nosocomio a standard elevati di ordine, pulizia ed assistenza.

Ci si avvalse dell’opera delle diaconesse svizzere, negli Ospedali Valdesi, fino ai primi del 1900 per essere poi gradualmente sostituite da quelle italiane.

L’ Ospedale di Torre Pellice è però difficilmente raggiungibile dai Valdesi malati della Valle Chisone  e Germanasca per cui nasce la necessità di creare una struttura simile anche su questo territorio.

L’ autorità civile sotto la pressione del clero ritiene che sia più che sufficiente l’ esistenza di un unico  Ospedale per tutta la popolazione valdese per cui mai avrebbe dato il suo permesso per la costruzione di una seconda struttura.

Si ovvia a tale diniego con la proposta di costruire in Val Chisone un semplice dispensario dipendente dall’ Ospedale di Torre Pellice.

Per ottenere la concessione la condizione indispensabile era che la popolazione fosse interamente valdese per questo fu scelta la località di Pomaretto.

Nel 1828 fu presa in affitto la casa di Pietro Grill situata all’ ingresso dell’abitato, furono sistemati otto letti e l’ Ospedale – dispensario prese vita.

L’ organico era costituito dallo stesso Grill che aveva mansioni di economo e cuoco, da tre medici e da un'unica inserviente infermiera la sig.ra Anna Pons di Massello; il Pastore di Pomaretto J. Jalla si occupava della direzione e della cappellania.

L’ autorizzazione fu richiesta a cose fatte ed al Sovrano non restò che concederla in quanto la nuova struttura era dipendente dall’ Ospedale di Torre Pellice il quale era già in possesso di tutte le autorizzazioni previste.

Ben presto gli otto posti non bastarono più e nel 1834 la Tavola ne decise lo spostamento nel vecchio Presbiterio di Pomaretto ma nel 1835 si deliberò la costruzione di un nuovo edificio avendo a disposizione un fondo di 15.000 lire e nel marzo dello stesso anno si ebbe l’ autorizzazione a costruire. Finalmente nel 1839 fu inaugurato l’ OSPEDALE SUSSIDIARIO.

Nel corso degli anni l’ospedale aumentò la propria attività fino a raggiungere nel 1883 120 ricoverati.  L’ anno successivo l’ Ospedale dovette sospendere la propria attività a causa di lavori di ampliamento, restauro e aggiornamento.

Il libero esercizio dei diritti civili e politici concesso ai valdesi avvenuto con il Decreto Albertino il 17 febbraio del 1848 ebbe anche notevoli ripercussioni nell’ amministrazione e nella gestione delle opere della Chiesa. Pian piano gli Ospedali fornirono non solo assistenza medica ma anche chirurgica ed ostetrica. Entrambe le attività cessarono nel 1966.

Visto con gli occhi di un’ infermiera dei giorni nostri gli Ospedali erano veramente Moderni perché non solo garantivano un’ assistenza sia sanitaria che spirituale di buon livello, ma erano promotori di educazione sanitaria spiegando ai degenti ed ai familiari l’ importanza dell’ igiene.

Nel 1856 i due ospedali assunsero la natura giuridica di fondazione e con Regio Decreto fu approvato lo Statuto Organico e successivamente nacque la Commissione degli Istituti Ospedalieri Valdesi (CIOV) organo preposto all’amministrazione dell’Ente.

Nel 1874 venne istituita una borsa di studio di 1000 lire annue a favore di giovani desiderosi di conseguire la laurea di medico – chirurgo, farmacista o notaio che in 33 anni formeranno 16 medici, 13 notai e 4 farmacisti.

Motivo d’ orgoglio fu la visita nell’ Ospedale di Torre Pellice di Re Umberto I, il 9 settembre del 1893 che a suo malgrado dovette esprimere la propria ammirazione per l’ attività benefica dell’ Istituto, l’ ordine e la pulizia che ivi regnava.

Nel 1911 l’ elettricità arriva all’ Ospedale di Pomaretto. Lentamente gli ospedali si aprono a tutte le altre confessioni religiose.

Neppure la prima guerra mondiale con la sospensione di alcuni  finanziamenti dell’ Europa protestante, non ultimo del Comitato Vallone olandese, non hanno mai creato situazioni debitorie; al massimo hanno determinato il rinvio di progetti.

Nel 1938 viene costruito il Padiglione sanatoriale di Torre Pellice con 20 posti letto adibito alla cura di patologie infettive mentre a Pomaretto verrà aperto, con lo stesso scopo un reparto interno con 7 posti letto. Essi verranno utilizzati nella seconda guerra mondiale per curare lontano da occhi indiscreti pazienti ebrei e partigiani.

In questi anni difficili il personale era sottoposto ad un lavoro durissimo vuoi per l’ aumento di pazienti a causa della guerra vuoi per la difficoltà di reperire cibo, medicinali, biancheria, strumenti sanitari, combustibili….

La caratteristica di dedizione del personale passa inalterata negli anni sia portando materiali per la pulizia, sia venendo educato al non spreco e sia donando ore di lavoro.

Man mano nel corso della seconda metà del  1900 gli ospedali si integrano in un contesto sanitario nazionale, modificando il proprio assetto in base alle esigenze della popolazione ed alle risposte dello stato fino ad arrivare nel 1971 alla parificazione giuridica per l’ Ospedale di Pomaretto e nel 1980 per quello di Torre Pellice.

Quando ci si accorge di non offrire più una risposta adeguata: vuoi per insufficienti tecnologie e/o di strutture, vuoi perché lo stato dava una risposta migliore gli Ospedali si adeguarono.

Si convertirono i “reparti degli infettivi”; si chiusero le camere operatorie, e si smise di nascere in questi Ospedali ma aveva ancora un senso la loro esistenza perché avamposto delle Valli nella diagnosi, cura e riabilitazione!

 Principi indiscussi che durante tutta la gestione della CIOV non sono MAI venuti a mancare sono la completa apertura degli Ospedali a tutti nel rispetto assoluto della coscienza, della fede o no, della libertà di pensiero e dell’ appartenenza religiosa, dello stile di vita adottato e nel tipo di relazioni all’ interno di queste mura dove, non è mai stato dimenticato per un momento da nessuno, che l’ utente è prima di tutto una persona!

Questo ha fatto in modo che la popolazione tutta sentisse suo l’ Ospedale, che la banda di Pomaretto ancora oggi si fermi nello spiazzo del nosocomio a regalarci nelle varie occasioni un po’ di musica, che il corteo del 17 febbraio si fermi a salutarci o più semplicemente che tutti si scendesse in piazza (vi erano rappresentanze di ogni associazione, sacerdoti, bambini, sindaci e perfino i carabinieri con il loro stendardo) a chiedere che gli Ospedali continuassero ad esistere.

 

 

 

Ospedali Valdesi, ultimo atto...

 

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un momento della grande manifestazione a favore degli Ospedali

 

Agosto 2000 gli Ospedali, nonostante le migliaia di persone che hanno espresso, il dissenso passano ASSL 10 che di certo non garantisce alle popolazioni delle Valli lo stesso servizio che gli Ospedali offrivano.

Al Personale Valdese e no che è rimasto a Pomaretto ed a Torre Pellice non rimane che lottare tutti i giorni affinché continuino ad esistere quei principi che hanno sempre caratterizzato i nostri Ospedali e ringraziare tutti coloro che hanno permesso che tali valori non venissero mai a mancare nei secoli di vita di queste strutture ed a vigilare affinché la scritta Valdese rimanga lì dovè affinché la storia non venga dimenticata.

Personalmente vorrei ringraziare la sig.ina Chambon Angela che molto si è spesa per l’ Ospedale di Pomaretto, alla sua lungimiranza e dedizione al lavoro. 

Bergantin Marisa, infermiera di Pomaretto

     

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