Claudio Pasquet
1561 - Strage in Calabria. Mentre si firma il trattato di Cavour soccombe nel sangue nel mezzogiorno d'Italia una tradizione di trecento anni.
Lo sradicamento totale dei valdesi di Calabria (sette paesi interessati) è un duro colpo per i protestanti italiani.
1561-1655 Periodo nelle valli di consolidamento della Riforma Tutta la classe dirigente (non sola i pastori) continua a formarsi a Ginevra. Alcuni esempi documentati ci danno un immagine della situazione di quegli anni:
1564 - Sinodo a Villar Pellice con ventiquattro pastori presenti, ben più numerosi delle comunità esistenti in val Pellice e val S. Martino, prova tangibile della consistente presenza del protestantesimo non solo in val Chisone, ma anche nel Marchesato di Saluzzo.
1565 - Primo editto repressivo per i riformati saluzzesi. Si aprono per loro tre vie possibili di scampo: abiura, esilio o rifugio in val Pellice.
1573 - Conversione di Pramollo, ancora cattolica, in seguito a una disputa pubblica tra il prete e un pastore che assiste alla messa e mette in imbarazzo il prete con le sue domande.
1590 - II consiglio comunale dì Dronero (CN) si chiede se sia lecito permettere ai sudditi dì "religione pretesa riformata" di recarsi in val Luserna per il culto.
1580-1630 Periodo di editti e missioni. Due forme di attacchi continui per tenere sotto pressione la popolazione valdese e in varie forme ricordare loro che esistono solo perché il loro duca non ha ancora trovato il modo di eliminarli.
1572 Fusione dell'ordine di S. Maurizio con quello di S. Lazzaro per poter esser più efficaci nella lotta "contro i Turchi e contro i Valdesi".
1583 - A Luserna si installano i Gesuiti, a Torre, Villar, Bobbio e Angrogna i Cappuccini. Sono all'ordine del giorno sfide teologiche sulle pubbliche piazze tra pastori riformati e frati missionari.
Intanto in Europa si radicalizza lo scontro tra cattolici e protestanti; esser protestanti costringe sempre più a percorrere determinate forme dì radicalismo. La Francia ugonotta perde molti dei suoi nobili, convertiti o esiliati.
Giacomo I, re d'Inghilterra, opta lucidamente per la forma anglicana perché si rende conto dei contenuto democratico insito nel pensiero protestante ("no bishop, no king").
1630 Arriva alle valli la peste (la stessa di cui parla il Manzoni). Le cifre dei morti sono altissime. Dalle statistiche del tempo ricaviamo:
val S. Martino: 1500 morti valdesi e 100cattolici;
val Perosa: 2000 morti valdesi
val Pellice: 6000 morti valdesi di cui 800 a Torre. Estinti 150 nomi di famiglia. Ginevra manderà nuovi pastori svizzeri che contribuiranno allo stabilirsi dell'uso del francese come lingua ecclesiastica.
1636 - Secondo la testimonianza di un frate la popolazione a sei anni dalla peste risulterebbe così distribuita:
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Case Cattoliche |
Case eretiche |
Luserna |
150 |
23 |
Bibiana |
250 |
38 |
Campiglione |
150 |
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Bricherasio |
300 |
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Fenile |
12 |
32 |
Rorata |
|
39 |
Bobbio |
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280 |
Villaro |
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300 |
La Torre |
16 |
279 |
Lusernetta |
30 |
4 |
San Giovanni |
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282 |
Prarostino S.Bartolomeo |
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50 |
Roccapiatta |
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80 |
Angrogna |
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470 |
San Martino |
10 |
7 |
Praly |
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27 |
Maniglia |
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20 |
Salza |
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35 |
Rodoretto |
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32 |
Riclaretto |
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30 |
Faetto |
6 |
52 |
Massello |
1 |
47 |
Ciabrant |
|
43 |
Bovile |
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117 |
Traverse |
8 |
10 |
Perrero |
4 |
4 |
Per "case" si intende nuclei familiari che erano ben più grossi di adesso comprendendo diverse generazioni.
II Seicento é il secolo in cui si consolidano in tutta Europa le differenze tra cattolici e protestanti: il protestantesimo é sempre meno movimento poiché la Controriforma in atto gli impedisce di "muoversi".
Spariscono le minoranze protestanti nelle realtà cattoliche. Le valli valdesi restano un'eccezione. II '600 è marcato dall'inizio della decadenza della potenza spagnola e l'affermarsi di una grande potenza militare in Francia. II culmine sarà sotto Luigi XIV, il Re Sole, ferocemente, totalmente, pragmaticamente antiprotestante.
L'Inghilterra nel corso del secolo vede ben due rivoluzioni e grossi cambiamenti sul fronte religioso. II re Carlo I verrà giustiziato nel 1649 per aver voluto opporsi all'espandersi del potere del parlamento.
Oliver Cromwell introduce una novità rivoluzionaria nell'organizzazione del suo esercito: il grado dato sul campo di battaglia. In ogni esercito dell'epoca il grado veniva comprato: una buona quota era riservata alla nobiltà. Con Cromwell in battaglia non conta né l'origine familiare né l'appartenenza a una data chiesa, ma solo quanto di se stesso ognuno sia capace di dare.
I valdesi in questo secolo saranno una piccola pedina del gioco politico internazionale e la genialità dei dirigenti valdesi sta nell'aver capito dì rappresentare un avamposto di guerra europea in atto tra mondo cattolico e mondo protestante.
In questo quadro la repressione dei riformati in Piemonte diventa una necessità storica. Si susseguono editti sempre più repressivi. Vane risultano le delegazioni valdesi per ribadire la fedeltà al proprio sovrano.
1655 - Precipitano le cose. Col pretesto di rispondere a provocazioni della popolazione il Marchese di Pianezza raduna truppe e preme sui confini dei "religionari" promettendo alle truppe lauti saccheggi. Cominciano azioni di disturbo: i valdesi protestano: il Marchese chiede di acquartierare le truppe sui territori della val Pellice e val d'Angrogna.
II 25 aprile, vigilia di Pasqua, comincia la strage selvaggia e violenta, senza possibilità dì difesa. Sembra finita per sempre la vita di tutta la comunità riformata, ma tre figure di grande rilievo emergono a cambiare il corso della storia.
II moderatore Jean Léger, fuggito a Parigi e poi in Olanda, diffonde una campagna di propaganda sullo sterminio del popolo valdese in opuscoli tradotti in tutte le lingue e stampati con sollecitudine dai tipografi olandesi. Pubblicherà in un secondo tempo la sua "Histoire" che diventa un best seller in tutto il mondo protestante.
Giosué Gianavello contadino di Rorà, quando, cessato il massacro in Val Pellice e Angrogna, le truppe del Pianezza si dirigono nel suo vallone, organizza la difesa con pochi uomini che respingono più volte gli assalti nemici di gran lunga superiori di numero.
Gianavello è la felice sintesi di tre elementi che gli permettono l'efficace organizzazione della guerriglia nelle valli, (e più tardi la stesura di un manuale sulla guerriglia per il "glorioso rimpatrio"): una fede incrollabile, una perfetta conoscenza della montagna e una naturale percezione della quotidianità contadina.
Bartolomeo Jahier, animatore della resistenza in val Chisone organizza il contrattacco al convento di S. Secondo. Anche se muore poco dopo in un'imboscata resta il padre della resistenza armata in quella valle. La disperata resistenza sotto la guida di Gianavello e Jahier, unita alla sistematica propaganda di Léger trasformano uno dei tanti massacri dell'epoca in un evento di portata internazionale.
La corte sabauda si trova stretta tra due pressioni: l'intervento diplomatico internazionale e i danni della guerriglia sui monti.
II consiglio di stato inglese discute I' "affare valdese". II poeta J. Milton, segretario di Cromwell, scrive un sonetto sulla strage. II popolo inglese reagisce facendo collette per i valdesi superstiti. Un ambasciatore personale dì Cromwell si reca a Torino, fiancheggiato dai delegati dei cantoni svizzeri protestanti.
La corte torinese, gravata finanziariamente dal mantenimento di una truppa non più allettata dai saccheggi, cede al fine e firma le "Patenti di grazia" in cui si "perdonano" i rivoltosi e si ripristinano le concessioni precedenti.
Gianavello e i suoi non si fidano: individuano segni pericolosi in questo "perdono" malfido, come la costruzione del forte di S. Maria a Torre Pellice, presagio di nuovi progetti bellicosi. Le armi non vengono deposte e la guerriglia continua, finché la popolazione stessa, stremata dalle rappresaglie subite in risposta a ogni azione dei "banditi", sconfessa gli irriducibili che si avviano sulla via dell'esilio. Léger e Gianavello moriranno senza rivedere le loro montagne.
1664-1685 Periodo di grande miseria tra i contadini delle valli e tensione continua nei rapporti col potere politico.
1685 - Luigi XIV revoca l'Editto di Nantes mettendo fuori legge tutti i suoi sudditi riformati che andranno a rafforzare il protestantesimo olandese e svizzero o a creare nuove città in Germania (come Berlino).
Sparisce la val Chisone protestante, sparisce il Queyras, sparisce tutto un territorio su cui i Valdesi della val Pellice e val S. Martino potevano far affidamento nei momenti difficili. II duca di Savoia Amedeo lI, pressato dallo zio re di Francia, si prepara a far la sua parte armandosi ancora una volta contro i suoi sudditi indomabili.